In realtà gli Uffizi erano sorti per uno scopo ben diverso; il granduca Cosimo I desiderava accogliere in un’unica struttura moderna ed efficiente gli uffici, da cui il nome Uffizi, delle Magistrature cittadine, in modo da unire sia l’attività politica che amministrativa sotto il suo diretto controllo. Siamo alla metà del XVI secolo e a Firenze la famiglia Medici ha ormai il governo assoluto; gli Uffizi fanno parte di una serie di interventi urbanistici che cambiano il volto della città medievale.
Nel 1559 Cosimo I affida il progetto al suo architetto preferito, Giorgio Vasari, che realizza un edificio del tutto originale, articolato su due lati lunghi ed un lato corto di raccordo, con porticati a terreno e loggiati al secondo piano. Come potete notare, la pianta ad U forma il piazzale interno e collega la Piazza e il Palazzo della Signoria all’Arno, creando una straordinaria scenografia.
Per la costruzione fu resa disponibile una vasta area di terreno, ottenuta attraverso acquisti ed espropri: durante i lavori venne incorporata anche l’antichissima chiesa di san Pier Scheraggio, in parte ancora visitabile, che restò attiva fino al 1700.
Un debito di riconoscenza è dovuto all’ultima erede dei Medici Anna Maria Luisa, che con grande lungimiranza ed affetto per la sua città, nel 1737 fece stilare il cosiddetto Patto di Famiglia, con il quale cedeva in legato perpetuo tutti i beni dei Medici alla città di Firenze, evitando così la dispersione inevitabile delle proprietà e delle collezioni. E come è scritto lo fece: “per ornamento dello stato, utilità del pubblico e curiosità dei forestieri”, una frase felice che racchiude in sé ancora oggi l’importanza di questo patrimonio.
I Lorena, che subentrarono nel Settecento quando la dinastia medicea si estinse, riordinarono il museo con uno spirito ormai illuminista, usando criteri museografici moderni.
La Galleria fu aperta senza restrizioni al pubblico nel 1789 dal granduca Pietro Leopoldo di Lorena.
Tra 700 e 800 una grande parte delle opere, divise per tipologie, andarono infatti a costituire nuovi musei, (ad esempio il Museo del Bargello, il Museo archeologico, il Museo degli Argenti, il Museo di San Marco) e gli Uffizi furono configurati soprattutto come pinacoteca: una delle maggiori e più importanti raccolte al mondo di pittura italiana ed europea dal XII al XVIII secolo.
E infine: il termine Galleria usato per indicare una raccolta museale è adesso normalmente usato (la National Gallery di Londra e di Washington per esempio): il nome però nasce qui, dagli Uffizi, e dalla sua struttura che si snoda lunga come appunto una Galleria!
In realtà gli Uffizi erano sorti per uno scopo ben diverso; il granduca Cosimo I desiderava accogliere in un’unica struttura moderna ed efficiente gli uffici, da cui il nome Uffizi, delle Magistrature cittadine, in modo da unire sia l’attività politica che amministrativa sotto il suo diretto controllo. Siamo alla metà del XVI secolo e a Firenze la famiglia Medici ha ormai il governo assoluto; gli Uffizi fanno parte di una serie di interventi urbanistici che cambiano il volto della città medievale.
Nel 1559 Cosimo I affida il progetto al suo architetto preferito, Giorgio Vasari, che realizza un edificio del tutto originale, articolato su due lati lunghi ed un lato corto di raccordo, con porticati a terreno e loggiati al secondo piano. Come potete notare, la pianta ad U forma il piazzale interno e collega la Piazza e il Palazzo della Signoria all’Arno, creando una straordinaria scenografia.
Per la costruzione fu resa disponibile una vasta area di terreno, ottenuta attraverso acquisti ed espropri: durante i lavori venne incorporata anche l’antichissima chiesa di san Pier Scheraggio, in parte ancora visitabile, che restò attiva fino al 1700.
Un debito di riconoscenza è dovuto all’ultima erede dei Medici Anna Maria Luisa, che con grande lungimiranza ed affetto per la sua città, nel 1737 fece stilare il cosiddetto Patto di Famiglia, con il quale cedeva in legato perpetuo tutti i beni dei Medici alla città di Firenze, evitando così la dispersione inevitabile delle proprietà e delle collezioni. E come è scritto lo fece: “per ornamento dello stato, utilità del pubblico e curiosità dei forestieri”, una frase felice che racchiude in sé ancora oggi l’importanza di questo patrimonio.
I Lorena, che subentrarono nel Settecento quando la dinastia medicea si estinse, riordinarono il museo con uno spirito ormai illuminista, usando criteri museografici moderni.
La Galleria fu aperta senza restrizioni al pubblico nel 1789 dal granduca Pietro Leopoldo di Lorena.
Tra 700 e 800 una grande parte delle opere, divise per tipologie, andarono infatti a costituire nuovi musei, (ad esempio il Museo del Bargello, il Museo archeologico, il Museo degli Argenti, il Museo di San Marco) e gli Uffizi furono configurati soprattutto come pinacoteca: una delle maggiori e più importanti raccolte al mondo di pittura italiana ed europea dal XII al XVIII secolo.
E infine: il termine Galleria usato per indicare una raccolta museale è adesso normalmente usato (la National Gallery di Londra e di Washington per esempio): il nome però nasce qui, dagli Uffizi, e dalla sua struttura che si snoda lunga come appunto una Galleria!